quel eh che mi interrompe
tu che continui a ridere
io che ammiro il tuo sorriso
disordinato
felice
era da tanto che qualcuno non ti faceva sentire scoordinato
goffo
come se improvvisamente ti importasse di te
di cosa mostri di te
cosa trapela di quella vita vissuta quando io non avevo neanche vent’anni
Hai vissuto più di una vita
di me
successioni di persone
treni
fotogrammi e stili diversi
ripercorri il girato con la tua mente
e non trovi nessuno su cui soffermarti
solitudine
e poi me
fresca
dolce
quella vita che non ho mai vissuto
ti racconto di come
sventrata
mi rigiro la notte nel sonno
i tuoi occhi ora bassi
non riescono a celare
ciò che non vorresti dire
ciò che non puoi ammettere
neanche a te stesso
il dolore è sordo
ma non riesco a vederti così
dico cose stupide
e tu?!
fraintendi
è l’inizio della fine
ora il dolore che mi irrigidisce
mi ricorda di te
di un attimo fugace
i crampi non mi lasciano respirare
lacerano la pleura
mi dimeno
nel vento umidiccio
delle lenzuola stropicciate
tu sei là
per fortuna di me hai solo un ricordo slavato
io, invece, prego in ginocchio la vita
di andare avanti
nuovi soli ci saranno
ma il mio corpo freddo giace
divorato dai tarli
del ricordo.
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